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Parco Archeologico Naxos Taormina
 
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  • Arula

    L’altare di Heidelberg – Naxos. Storia della ricomposizione e scambio.

    L’altare prende il nome dai due musei che detenevano i frammenti A e B. La storia del riconoscimento e ricomposizione è esemplare dei modi, talora bizzarri, di trasmissione dell’Antichità a noi. Paola Pelagatti nel 1983 nel corso di una ricerca nell’archivio fotografico dell’Istituto Germanico di Roma riconosce che un frammento di lastra fittile con resti di sfinge a rilievo dell’Antikemuseum dell’Università di Heidelberg (frammento A) è la parte mancante di un altare fittile conservato al Museo di Naxos di Sicilia, da lei stesso acquistato (frammento B) nel 1973.

    Il frammento di Heidelberg risulta acquistato da F. von Duhn a Taormina nel 1902 e da lui immesso nella Collezione dell’Università di Heidelberg. Il frammento è per la prima volta prestato dall’Università tedesca nel 1990 in occasione della mostra allestita nel Museo di Naxos di Sicilia dal titolo “Un’arula tra Heidelberg e Naxos ed altre arule di Sicilia e Magna Grecia”. Il frammento torna nuovamente nel Museo di Naxos di Sicilia nel 1995 in occasione dell’esposizione per il quarantennale degli scavi nel sito di Naxos .

    Per la lungimiranza e liberalità di Tonio Hoelscher allora Direttore dell’Istituto di Archeologia dell’Università di Heidelberg e di Hermann Pflug conservatore del Museo Archeologico della stessa Università, il frammento A è lasciato in prestito prolungato al Museo di Naxos di Sicilia sino al perfezionamento delle trattative di scambio che saranno completate con successo nel giugno del 1997. La vicenda dello scambio tra il Museo Archeologico di Naxos di Sicilia ed il Museo Archeologico dell’Università di Heidelberg è lunga ed intrigata. Qui si sottolinea il valore simbolico: due musei tanto diversi per origine e formazione delle loro collezioni si sono trovati a collaborare ad un progetto comune, dimostrando l’inesistenza di barriere nazionali e l’efficacia della comunità scientifica

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